I ragazzi di via Panisperna Negli anni tra la I e la II guerra mondiale, si trova a lavorare a Roma, nel famoso Istituto di Via Panisperna, un gruppo eccezionale di scienziati. Il direttore dell’istituto è Orso Maria Corbini, che ben presto è affiancato da Enrico Fermi, appena laureato alla Scuola Normale di Pisa. Fermi è entusiasta del suo lavoro e lo compie in modo eccellente, per cui ben presto brucia le tappe e il professor Corbino si accorge che non ha più nulla da insegnargli. Viene istituita all’università, la facoltà di fisica teorica e Fermi, a soli 25 anni, ottiene la cattedra. Le sue lezioni sono seguite da pochi studenti perché la fisica teorica non richiama ancora grandi masse, ma quei pochi studenti sono davvero “eccezionali”: Edoardo Amaldi, Emilio Segré, Franco Rosetti, Oscar D’Agostino, Bruno Pontecorvo. A questi si aggiunge Ettore Maiorana che, iscritto alla facoltà d’ingegneria, un giorno, per curiosità, entra nell’aula dove Fermi sta tenendo una lezione di fisica, rimane affascinato dalla chiara spiegazione del Professore. Per cui al termine della lezione, corre in segreteria e cambia facoltà, iscrivendosi a Fisica Teorica. Il gruppo dei ragazzi di via Panisperna è così formato. Saranno loro a guidare l’umanità verso l’era nucleare. Infatti tutti i ragazzi si laureano e continuano a lavorare nella ricerca, nella stessa università. Il lavoro sulla fisica del neutrone è intensissimo fino alla fine del 1935, quando il gruppo si scioglie per il trasferimento di alcuni di loro. Dopo la promulgazione delle leggi razziali, anche Fermi e la moglie Laura, ebrea, devono lasciare Roma. Si recheranno a Stoccolma, dove lo scienziato ritirerà il Nobel per la Fisica e da lì, a stabilirsi negli Stati Uniti, da dove, insieme ad altri scienziati, continuerà le ricerche sulla fisica. Paolo |