Area Grecanica? Isola Ellenofona? Dov'è l'Area Grecanica? Ma
i confini ed i territori coincidono con la presenza della lingua? A queste
semplici domanda sicuramente corrisponde invece una serie più complessa
di risposte. |
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Il greco di Calabria è oggi in fortissima, forse irreversibile crisi. La lingua è conosciuta dalle fasce generazionali anziane di Bova, in modo frammentario da quelle di Amendolea e di Condofùri, in un modo più diffuso generazionalmente ma oramai in ambito soprattutto privato a Gallicianò ed a Roghudi Nuovo. Si può considerare scomparsa in tutti gli altri siti. Interessante il fenomeno di Bova Marina dove permane, sia per immigrazione dai paesi interni sia per attività di vera e propria riscoperta da parte di un piccolo ma significativo nucleo ellenofono. |
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I confini dell'Area Culturale sono
a questo punto ben più vasti. Se vogliamo inserire tutti i siti
che fino a tempi recenti, fra XIX e XX secolo erano ellenofoni partiamo
dalle porte di Reggio Calabria sino a tutto l'Aspromonte jonico e sino,
probabilmente, alla stessa Locride. Se invece, sulla scia di quanto messo
in luce da Rohlfs, vogliamo riferirci a tutta l'area ellenofona ancora
all'inizio dell'Età Moderna allora l'Area Culturale Grecanica arriverà
facilmente sino all'Istmo di Catanzaro. |
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La difficoltà storica degli spostamenti nell'area grecanica si "leggono" tutt'ora nel suo paesaggio. Un altipiano solenne ed aspro, ricco di fiumare e di calanchi, di colline dalla fioritura dolcissima e policroma e di coste franose come lame implacabili pronte a colpire. E' un paesaggio che non può non scuotere il viaggiatore sia nei suoi aspetti bizzarri come Ta Vrastarucia, Le Caldaie del Latte o I Rrocca tu Ddracu, la Rocca del Drago o per i paesaggi infiniti che dai Campi di Bova, appena dopo il Passo della Zita fanno perfettamente vedere l'Etna e la Sicilia nelle giornate quando lo scirocco tace. Nonostante le poche strade dell'oggi, questo paesaggio per secoli è stato percorso esclusivamente a piedi o a dorso d'asino anche se gli ultimi cinquant'anni hanno portato trasformazioni radicali nella geografia antropica dell'Area Grecanica. Senz'altro il modo di abitare, di spostarsi e con esso tutta la vita economica è completamente cambiato. |
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![]() Nell'area grecanica ritorna oggi dunque il viaggio "a piedi" ma nella rinnovata veste eco-turistica. E' un'occasione per riscoprire un tempo "lento" e soprattutto gli inimitabili profumi e panorami della montagna mediterranea. L'importanza di Bova, centro di una vera rete di sentieri, si riflette anche nella toponomastica dell'intera area. Il nome "convenzionale" di Bova/Vua nell'area grecanica è i Chora, il paese "per eccellenza", l'insediamento più rilevante in un'area di piccoli borghi agro-pastorali. "Pame stin Chora" è modo comune in grecanico per dire "andiamo a Bova" intendendo dunque Chora come "capoluogo territoriale". In greco moderno, infatti, la parola Chora assume anche il significato di "comprensorio", "territorio". Diverso è il caso del toponimo Chorìo molto diffuso nella zona. Esso proviene dal bizantino Chorìon, villaggio. In tutta l'area grecanica, i vari Chorio assumono il carattere di piccole frazioni associate ad una località "madre": Chorio di Melito, Chorio di Roccaforte, Chorio di Roghudi, Chorio di San Lorenzo.
Cosa leggere su ambiente, territorio e sentieri: Molto serio e ben fatto il lavoro
di documentazione e divulgazione che riguarda anche l'Area Grecanica contenuto
nel libro: Per "camminare" nell'Area Grecanica (trekking, escursioni, eco-turismo): La Coop. "Naturaliter" ha saputo creare negli ultimi anni una vera e propria rete territoriale nell'Aspromonte greco capace di proporre un'offerta integrata e qualitativa nell'ambito sia dell'ospitalità diffusa che del trekking. Sulle orme di Edward Lear le guide di Naturaliter sono in grado di offrire, fra l'altro, escursioni con il supporto di asinelli aspromontani. Contatti: Pasquale Valle 0965.626840 E-mail: info@naturaliterweb.it |