Melito Porto Salvo e Pentedattilo: da un centro urbano ad un presepe bizantino

Melito ha conosciuto una veloce crescita demografica negli ultimi vent'anni dovuta in particolar modo all'abbandono delle aree interne. In età bizantina, infatti, la sua importanza era relativa collocata come borgo satellite, sbocco al mare della più importante Pentedattilo. Melito (anticamente Melìto) deve il proprio nome alla presenza del fiume omonimo, potamòs tu Melìtu. Anche in arabo era definito wadi al asal, fiume del miele per l'elevata produzione di miele della zona. La "seconda parte" del toponimo riguarda la devozione per la Madonna di Porto Salvo, culto soprattutto "marinaro" in un circondario rituale assolutamente "rurale". Nel contesto della storia nazionale, Melito è ricordata per i due sbarchi garibaldini del 1860 e del 1862. La cittadina è cresciuta vorticosamente negli ultimi vent'anni e non mantiene rilevanti tratti di patrimonio storico

Assoluto gioiello etno-architettonico è invece il sito semi-abbandonato di Pentedattilo (da Pentedàktylos, cinque dita). Il piccolo paese mantiene inalterato il suo fascino e costituisce un vero patrimonio storico da conoscere e da tutelare. Dominato dagli imponenti cinque pinnacoli d'arenaria che impongono il nome al sito, il piccolo borgo d'origine bizantina fu abbandonato nei primi anni cinquanta poiché dichiarato franante e "ricostruito" poco distante (Pentedattilo Nuovo). Pochi sono i resti dell'antico castello ed anche in precarie condizioni versa la bella chiesetta di San Pietro e Paolo. Il paese è, da decenni, al centro dell'attenzione non solo degli storici e degli architetti quando anche del volontariato internazionale che sta cercando di rivitalizzarlo con iniziative culturali ed eco-pacifiste.

L'Isola Ellenofona...

Amendolèa Bova Marina Condofuri Roghudi
Bova Chorìo Gallicianò S.Giorgio Extra

…e l'Area Grecanica "Amministrativa"

Africo Vecchio Brancaleone Marina Palizzi Pietrapennata S.Lorenzo
Bagaladi Mélito Porto Salvo Pentedàttilo Roccaforte del Greco Staìti